LA STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA (BENEDETTA TOBAGI A NIGUARDA, 5 MARZO 2016)

 

PRESENTAZIONE DEL VOLUME “UNA STELLA INCORONATA DI BUIO” DI BENEDETTA TOBAGI.

Sabato 5 marzo 2016, presso il Teatro della Cooperativa di via Hermada 8 a Niguarda, quartiere della Zona 9 di Milano, presentazione del volume “Una stella incoronata di buio” di Benedetta Tobagi.

Sono intervenuti Angelo Longhi (ANPI Niguarda), Renato Sarti (Teatro della Cooperativa di Niguarda), introduzione di Claudia Pinelli (direttivo della sezione ANPI "Martiri Niguardesi" della Zona 9 di Milano) e interventi di Benedetta Tobagi (giornalista, scrittrice e autrice del volume) e Manlio Milani (Presidente dell’Associzione Familiari delle Vittime della strage di Brescia).

“Due operai, cinque insegnanti e un ex partigiano furono le vittime della strage di Piazza della Loggia a Brescia. 
Era il 28 maggio 1974, un tempo in cui le stragi fasciste coperte da apparati deviati dello stato infedeli alla Costituzione, insanguivano le piazze, le banche e i treni.

 

“Strategia della tensione” la definì uno storico inglese con centinaia di vittime: piazza Fontana a Milano, il treno Italicus, la stazione di Bologna, piazza della Loggia a Brescia, ecc.

 

Benedetta Tobagi combina nel suo libro ricostruzione storica e narrazione letteraria, raccontando le vite delle persone vittime della strage, i loro sogni e le loro speranze di un mondo migliore, le lotte per i consultori, per il divorzio e lo fa con l’aiuto di Manlio Milani, il marito di Livia, una delle insegnanti della CGIL scuola che morì in quella piazza tra le sue braccia.

 

Un grande libro sulla storia del nostro paese e sulle vicende quotidiane di coloro che in quel decennio con la loro militanza sindacale cercarono di renderlo migliore”.

 

I 7 MARTIRI DI PESSANO CON BORNAGO (13 MARZO 2016)

 

I 7 Martiri di Pessano con Bornago, provincia di Milano, Lombardia, Italia. Per non dimenticare! Manifestazione antifascista di domenica 13 marzo 2016 per il 71esimo anniversario dei 7 partigiani assassinati dai nazifascisti: Angelo Barzago, Romeo Cerizza, Claudio Cesana, Dante Cesana, Alberto Gabellini, Mario Vago ed Angelo Viganò. Corteo, deposizione di corone al Monumento ai Caduti ed interventi di Giordano Luigi Mazzurana (Sindaco di Pessano con Bornago), Francesco Paoletti (Sindaco di Carate Brianza) e Giovanni Bianchi (Presidente dell’Associazione dei Partigiani Cristiani).

 

ANPI PROVINCIALE MILANO, ROTARY CLUB E HARE KRISHNA…

Domenica 13 marzo 2016 si è tenuto il congresso della sezione ANPI Crescenzago della Zona 2 di Milano, a cui è intervenuto un delegato dell’ANPI Provinciale di Milano (tale G.P.).

A proposito di attualità dell’antifascismo nella relazione finale di G.P. non vi è stato alcun riferimento al fatto che l’attuale governo abbia intenzione di finanziare un Museo del fascismo a Predappio (invece che un Museo dedicato alla Resistenza ed a Silvio Corbari…) ed al fatto che proprio sabato scorso si sia tenuto l’ennesimo raduno nazifascista a Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza (…).

“Dimenticanza”?

Ricordando a G.P. che nel novembre del 2014 alle Nazioni Unite il “nostro” governo si era vergognosamente astenuto sulla mozione di condanna del nazismo e di ogni sua forma di glorificazione, gli è stato chiesto come mai la dirigenza ANPI non abbia espresso alcuna scandalizzata, indignata ed energica protesta su un fatto di tale inaudita gravità e che l’argomento sia regolarmente e sistematicamente ignorato in tutte le assemblee congressuali, iniziative e manifestazioni, quasi fosse “insignificante” (oltre alla concomitante totale censura dei media…).

Ebbene la risposta di G.P. è stata prima un’espressione facciale con un “sorrisino ironico quasi divertito”, poi che “la responsabilità non è dell’ANPI, ma del governo”: d’accordo, ma se la dirigenza ANPI non si esprime con decise prese di posizione sull’argomento, se ne devono forse occupare e fare carico il Rotary Club, o gli Hare Krishna?

O dobbiamo occuparci solo di lapidi commemorative e omaggi floreali ai Caduti?

Sollecitato ancora per avere una risposta, a quel punto il tale G.P. ha perso le staffe ed ha iniziato ad esprimersi villanamente con un tono per niente da “persona educata” e non in grado di fornire risposte esaurienti, oltre a tentare ripetutamente di eludere il tema (…).

Con il suo atteggiamento G.P. non ha fatto altro che avallare coloro che sostengono che la dirigenza ANPI sia legata a doppio filo con l’attuale partito governativo (che per nessun motivo deve essere mai attaccato…) e dando ragione ai giudizi espressi da Saverio Ferrari ed altri compagni, che hanno trovato altri spazi autonomi per portare avanti la lotta antifascista senza farsi condizionare da chicchessia (…).

L’interrogativo è cosa ne penserebbero i partigiani che si sono sacrificati oltre 70 anni fa, se sapessero che hanno combattuto per avere oggi un governo che si astiene sulla condanna del nazismo e che un rappresentante dell’ANPI, l’associazione che ne dovrebbe essere la loro erede, trova “irrilevante” l’argomento ed evade con fastidio le domande che gli vengono poste (…).

Massima stima invece per Roberto Cenati (ANPI Milano) e Giuseppe Natale (ANPI Crescenzago), che in varie occasioni hanno dimostrato di essere più sensibili sulle tematiche dell’antifascismo.

Per i non informati si rammenta che nel corso della “Giornata del Ricordo” del 2015 fu proprio un colonnello autodichiaratosi “vicino al PD” ed omaggiato con un “diploma di benemerenza” dall’ANPI Roma (16 gennaio 2015) a decidere tecnicamente di assegnare la medaglia al fascista repubblichino Mori (medaglia in seguito revocata per altrui indignate proteste).

RICORDANDO FAUSTO E IAIO (18 MARZO 2016, VIA MANCINELLI A MILANO)

 

Venerdì 18 marzo 2016 in via Mancinelli a Milano (zona Lambrate), manifestazione nell’anniversario dell’assassinio di Fausto e Iaio, militanti del Centro Sociale Leoncavallo di Milano, ad opera di sicari fascisti. Interventi di rappresentanti di varie associazioni ed esibizioni musicali del chitarrista Andrea Sigona di Genova e del gruppo “Mercanti di storie”, composto da Massimiliano Loizzi e Giovanni Melucci.

 

L'omicidio di Fausto e Iaio è un episodio di matrice terroristica, avvenuto a Milano il 18 marzo 1978 e le cui vittime furono Fausto Tinelli e Lorenzo "Iaio" Iannucci, all'epoca diciottenni frequentatori del Centro Sociale Leoncavallo, uccisi con 8 colpi di pistola da parte di elementi neofascisti. I due ragazzi stavano conducendo approfondite indagini (con interviste sul campo, registrate meticolosamente su nastri, poi trafugati misteriosamente dopo la loro morte) sul traffico di eroina e cocaina nel quartiere di Lambrate Città Studi, gestito da potenti ambienti della malavita organizzata e dell'estrema destra milanese. La controinformazione condotta da alcuni giornalisti indipendenti e militanti del Centro Sociale Leoncavallo portarono ad individuare nel bar Pirata (centro di ritrovo dei neofascisti della zona) il luogo di ritrovo degli autori materiali dell'omicidio, ma le indagini ufficiali, condotte dal sostituto procuratore Armando Spataro e passate ad altri 4 sostituti procuratori, non hanno mai individuato né i mandanti né gli esecutori di questo delitto rientrante nella “strategia della tensione” dell’epoca. Nel 2011 in un'intervista a Radio 24 la madre di Fausto ha accusato esplicitamente i servizi segreti di essere i mandanti dell'omicidio dei due giovani: "Negli anni ho riannodato i fili della memoria, i pezzi di un piccolo mosaico che mi ha permesso di raggiungere la vera verità che io conosco. Mio figlio è stato vittima di un commando di killer giunti da Roma a Milano, nel pieno del rapimento di Aldo Moro, in una città blindata dalle forze dell'ordine. Un omicidio su commissione di uomini dei servizi segreti".

 

LA POLITICA ESTERA CINESE AL CENTRO CULTURALE CONCETTO MARCHESI DI MILANO (19 MARZO 2016)

 

  

Ricordando Sergio Ricaldone e Gianfranco Bellini. Sabato 19 marzo 2016, presso il Centro Culturale “Concetto Marchesi” di via Spallanzani 6 a Milano (zona Porta Venezia) assemblea sul tema “La politica estera della Cina”: il risveglio del dragone, come già Napoleone Bonaparte previde due secoli fa. Sono intervenuti Paolo Paparella (sezione “Laika” del PDCI), Massimiliano Ay (Segretario del Partito Comunista del Canton Ticino), Bruno Casati (Presidente del Circolo Culturale “Concetto Marchesi”), Roberto Sidoli (Associazione di Amicizia Italia-Cina) e Fulvio Bellini.

 

RICORDANDO I DESAPARECIDOS ARGENTINI (MILANO, 24 MARZO 2016)

 

 

 

RICORDANDO IL GOLPE ARGENTINO DEL 24 MARZO 1976 E TUTTI I DESAPARECIDOS E LE VITTIME DELLA REPRESSIONE FASCISTA DEL GOVERNO DI JORGE RAFAEL VIDELA.

 

Giovedì 24 marzo 2016, presidio in piazza della Scala a Milano ed interventi di vari relatori tra cui Alfredo Somoza, giornalista di Radio Popolare; tra i presenti anche Anita Sonego e Basilio Rizzo.

 

40esimo anniversario del colpo di stato militare che portò a una sistematica repressione senza precedenti nella storia dell’Argentina: 30mila “desaparecidos”, più di 4000 morti, centinaia di migliaia di esuli, il rapimento di più di 500 bambini nati da madri detenute e poi assassinate ed un clima generale di costante terrore in tutto il Paese. Più di 300 erano i centri di detenzione in cui le persone rapite venivano sistematicamente torturate per poi essere uccise, molto spesso gettate in mare da aerei in volo, esecuzioni definite “i voli della morte”.

 

Memoria, verità, giustizia e condanna di tutti gli atti di persecuzione politica, di criminalizzazione della protesta sociale e repressione del popolo argentino: una simbolica "ronda" in cerchio in ricordo alla lotta delle Madres y Abuelas de Plaza de Mayo (madri e nonne di Piazza di Maggio, è una importante organizzazione internazionale per i diritti umani, nata appunto in Argentina per tentare di recuperare figli e nipoti scomparsi durante la dittatura fascista).

 

Ricordando la famigerata ”Operazione Condor” ideata dagli USA per ingerirsi negli affari interni dei Paesi latinoamericani ed instaurare regimi terroristici e sanguinari, come quello di Augusto Pinochet in Cile e di Jorge Rafael Videla in Argentina, avallati dalle compagnie multinazionali, dalla borghesia conservatrice e reazionaria, nonché dalle alte gerarchie del Vaticano e della Chiesa cattolica che ne furono complici (oltre agli armamenti forniti da Israele).